Tempo fa avevo letto qualcosa su Heiko Von Der Leyen, marito della più nota Ursula (in realtà sarebbe lui il nobile di famiglia). Per pura curiosità, facendo delle ricerche in rete su normali siti dedicati alle società quotate in Borsa, in pochi clic mi sono trovato davanti agli occhi delle cifre alquanto… sorprendenti. E mi sembrava strano che nessuno avesse ancora acceso opportunamente i riflettori su tali banalissime tabelle.
Nota riguardo all’immagine in apertura: la dicitura Gmbh di fianco ai vari nomi che appaiono nel curriculum di Heiko Von Der Leyen, prima del passaggio nel 2020 a questa società americana, è l’equivalente tedesco di “Srl” (società a responsabilità limitata).
Poi, a causa di un mese di gennaio super impegnativo, non ho più potuto approfondire la cosa e rendere noti, come la questione meriterebbe, i semplicissimi dati di fatto riscontrabili da chiunque voglia prendersi 1 minuto per verificare.
Domenica 5 febbraio… 45ma Giornata Nazionale per la Vita
Giorni fa, però, è successo che ho letto di una delle persone a cui lo Stato Italiano ha già inviato il risarcimento previsto per la morte dopo vaccinazione anti Covid e, sinceramente, essendo proprio oggi la “45ma Giornata Nazionale per la Vita” non posso tenermi tutto dentro.
Pertanto, per chi volesse, ecco la storia recente, non raccontata in parole bensì “in soldoni” del signor Heiko, marito di Ursula Von Der Leyen, senza perderci in inutili fronzoli. Ripeto: sono numeri alla portata di tutti (questo il sito consultato, che informa sulle società quotate in Borsa).
Dicembre 2020: a 67 anni Heiko Von Der Leyen diventa Direttore Sanitario della società americana Orgenesis, specializzata in terapie cellulari e geniche
Diamo uno sguardo alle informazioni su questa società americana.
Ed ecco i notevoli sviluppi di fatturato, proprio tra 2020 e 2021, e proprio in seguito all’arrivo a dicembre 2020 del prodigioso direttore 67enne Heiko e, udite udite, con 35,5 milioni di Euro fatturati in Belgio, rispetto ai 7,65 dell’anno prima. Certamente, ora, solo una persona molto maligna potrebbe fare strani pensieri sul fatto che, di tutta l’Europa, questo exploit avvenga proprio a due passi dall’abituale luogo di lavoro della signora Ursula.
Milioni da una parte e… spiccioli dall’altra
Ora: tra i Milioni di Euro che vedo ballare in queste tabelle e i 77mila (sì, questa è la cifra massima, tra l’altro considerata da loro anche “generosa” non essendoci stato l’obbligo di legge!!!) fissati dal Ministero della Salute – che ha stanziato un fondo ad hoc da 150 milioni di Euro (corrisponderebbero a 1.948 persone al massimo…) per saldare tutti i risarcimenti ai deceduti e danneggiati da vaccinazione Covid – mi sembra ci sia proprio qualcosa che non va.
Tra l’altro risultavano già 608 le segnalazioni post-vaccinazioni che avrebbero avuto come esito il decesso, solo fino al 26 settembre 2021 (tasso 0,72 per 100mila dosi somministrate – Fonte: Sole24Ore).
Ma, se vaccinarsi era la cosa giusta da fare, perché ai deceduti post-vaccino vengono riconosciuti 77mila Euro di risarcimento?
Se tra i problemi di salute che, stando alle statistiche dal primo all’ultimo giorno della pandemia, avrebbe potuto causare il Covid (senza vaccinazione) nella fascia di età sotto i 45 anni e il dato di fatto che ora queste persone non sono più fra noi, perché oggi vengono nuovamente “prese in giro dallo Stato” (per citare le parole di uno dei parenti)? Pongo questa domanda a nome di:
- Camilla Canepa, di Sestri Levante, morta a 18 anni;
- Zelia Guzzo, di Gela, mamma con figlio di neanche 2 anni, morta a 37 anni;
- Federica Tuscano, Genova, 32 anni
- Stefano Paternò, Augusta, 43 anni
- e di tutte le altre persone (non credo siano poche…) il cui nome non resterà mai impresso a sufficienza nelle cronache italiane.
Tra queste ci sono ad esempio dei giovani morti a 16 ore dalla vaccinazione di cui “non si è dimostrato” la connessione diretta con quest’ultima, cioè vuol dire che, senza vaccino, sarebbero morti ugualmente…
Ci sono altri giovani, alcuni anche atleti, improvvisamente deceduti poco dopo il vaccino, ma i loro stessi genitori hanno dato per scontato si trattasse di una coincidenza, perché la loro fede assoluta “nella scienza” li ha portati a pensare a priori che sia stata, ad esempio, l’asma (“di cui il figlio ha sempre sofferto”) l’unica causa.
Dare voce a chi si vorrebbe tenere nascosto
La famiglia di Zelia Guzzo ha invece già fatto sapere che considera questo risarcimento di 77mila Euro offensivo e che ricorrerà in tutte le sedi per avere ben altra considerazione.
Qualunque esperto di risarcimento sa benissimo che una cifra di questo tipo, per casi di morte, potrebbe essere quella riconosciuta a ciascun familiare, non certo quella complessiva!
Ma, evidentemente, l’Italia oggi si sente le spalle ben coperte e ritiene equo tale risarcimento a persone che non si sono comportate in modo “immorale”, come quei quasi 7.000.000 di irresponsabili che non hanno ritenuto opportuno vaccinarsi contro il Covid19…
Il meccanismo del “consenso informato”
Va anche detto che chiunque si è vaccinato per il Covid in Italia e in tutta Europa ha sottoscritto un consenso informato grazie al quale, in cambio della possibilità di non avere danni gravi dalla malattia in quanto tale (non di proteggersi né dal contagio, né dalla possibilità di trasmettere il virus a propria volta) accettava praticamente qualunque altro rischio e al tempo stesso liberava da gran parte delle eventuali responsabilità sia il Sistema Sanitario Nazionale che le stesse aziende produttrici del vaccino.
Un combinato disposto, dietro il quale, come stanno provando a far notare in sede UE una decina tra parlamentari francesi e italiani del gruppo dei Verdi, potrebbero esserci anche questi pesanti conflitti di interesse della signora Ursula Von Der Leyen.
E qui potete leggere gli ultimi aggiornamenti dalla “Commissione Covid” in seno all’UE da una parlamentare italiana. Tra i punti all’ordine del giorno:
- “la reiterata reticenza del CEO di Pfizer nel rispondere alle domande riguardanti il contratto concluso con la CE per la fornitura di terapie a mRNA per tutti i Paesi membri, con le seguenti misure”
- “l’invito a presentarsi in Commissione COVID per un’audizione alla Presidente della CE Ursula Von Der Leyen.”
Dalla stessa europarlamentare veniamo a sapere che:
“i consiglieri della FDA americana hanno denunciato la mancata presentazione da parte di Moderna dei dati sulle infezioni dei partecipanti ai trial per l’approvazione del nuovo booster bivalente. Tali dati avrebbero reso evidente che tale prodotto aggiornato non sarebbe stato più efficace del prodotto originale (ormai basato su una variante del virus non più circolante) nel prevenire le infezioni da Covid-19: in parole povere, che non funzionasse affatto. Fornendo quei dati, Moderna temeva di non ottenere l’autorizzazione al commercio per il booster aggiornato.”
Alle preoccupazioni già presenti sui profili di efficacia e sicurezza di questi farmaci si aggiungono gli allarmanti dati risultanti dai sistemi di sorveglianza sia europei che extraeuropei, che vedono un drammatico aumento dei casi di problemi cardiaci nei soggetti giovani e giovanissimi; di casi di tumore molto aggressivo in tutte le fasce di età; di morti improvvise per infarto, ictus o cause ignote in persone giovani e sane.
Le notizie sul marito di Ursula Von Der Leyen
A fine ottobre 2022 in Italia hanno fatto notizia le dimissioni del marito della Von Der Leyen dalla direzione di un centro di ricerche a Padova finanziato per 320 milioni di euro con gli stessi soldi del PNRR.
Qui un articolo che approfondisce la vicenda.
E qui un interessante approfondimento sulla carriera universitaria e quella politica di Ursula Von Der Leyen.
Restiamo in attesa di eventuali sviluppi…
La Corte dei Conti dell’UE segnala acquisti di vaccini Covid attraverso contratti del valore di 71 miliardi, con varie case farmaceutiche. Li ha firmati la Commissione Europea. Riguardano l’acquisto, a beneficio degli Stati UE, di fino a 4,6 miliardi – miliardi! – di dosi. I residenti nell’UE, per la cronaca, sono 447 milioni. Nell’ambito dei 4,6 miliardi di dosi, 2,5 miliardi sono di Pfizer.
“Nel marzo 2021, dice il documento della Corte dei Conti al Parlamento Europeo, è entrata direttamente in scena la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Ha condotto da sola la fase preliminare di un contratto con Pfizer. Il contratto più corposo fra tutti quelli stipulati dall’Unione Europea: fino a 1,8 miliardi di dosi. Per la precisione, 900 milioni di dosi da consegnare nel 2022/23, più l’opzione per acquistare altri 900 milioni di dosi.”
Di queste trattative fra von der Leyen e Pfizer (a quanto pare svoltesi prevalentemente via sms) non si è conservato nulla, scrive la Corte dei Conti.
Qui le dichiarazioni del Difensore Civico Europeo sull’argomento.
Spero potrà essere approfondito ogni aspetto torbido di questa vicenda. Sarebbe un significativo segno di rispetto per quelle persone sotto i 50 anni che sono morte dopo una vaccinazione che – almeno inizialmente – anche a detta di alcuni virologi non era strettamente consigliata “per una questione pratica di bilanciamento tra rischi e benefici”.