Essere bambini negli anni 80: una gara di sopravvivenza?
Non sarò stato l’unico a ricevere via mail o sulle bacheche dei vari social elenchi con amarcord vari sull’essere bambini negli anni 80. Qualcuno li bolla come ridicoli rimpianti puerili, qualcun altro invece sottolinea la positività (saranno positivisti?? :)) del moderno “sviluppo” e di come sia più fico essere bambini digital e di “quanto sono molto più svegli i bambini oggi” ecc ecc. Io ho semplicemente visto foto come queste e mi sono emozionato.
Gli incredibili rischi dei bambini degli anni 80…
Abbiamo viaggiato a bordo di 127, Ritmo, Fulvia ecc ecc e siamo incredibilmente sopravvissuti, senza: seggiolini, cinture di sicurezza e airbag!!! forse chi guidava pensava solo a quello e non a cellulari, navigatori satellitari e aveva in generale molte meno fonti di stress??
Ah, questo proprio non ditelo in giro… ma l’abbiamo fatto tutti, o quasi: viaggiare nella parte posteriore di un furgone/camioncino aperto!!! E poi ammettiamolo: andavamo in bicicletta senza casco, persino fuori paese e nelle strade sterrate di campagna!!!
Avevi sete? Si beveva l’acqua dal tubo del giardino… invece che dalla bottiglia dell’acqua minerale. Se proprio scappava il lusso del bar c’era il mitico ghiacciolo a 150 lire!!!
Uscivamo a giocare con l’unico obbligo di rientrare prima di cena. Non avevamo cellulari: nessuno, sembra incredibile solo a pensarlo, poteva teoricamente rintracciarci.
La scuola durava fino a ora di pranzo e spesso ci si ritrovava a tavola tutti insieme: c’erano persino papà e mamma, che… all’epoca neanche usavano separarsi con i figli ancora alle elementari…
Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, o incredibili panini dal mitico salumiere sotto casa, bevevamo persino la Gazzosa (!!!) e non eravamo sovrappeso, forse perché stavamo sempre in giro a giocare o… forse perché zuccheri e farine raffinate non erano così presenti in qualunque cosa attorno a noi…
Non avevamo Play, Nintendi, X boxes, televisione con 99 canali, smartphone, computer, chat… Avevamo invece tanti AMICI reali (belli e brutti) e veri compagni di gioco.
E tutto senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con qualunque cosa o per terra con le biglie, si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e quelli scartati… dopo non andavano dallo psicologo per il trauma…
Nessuno andava dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione, né d’iperattività; alle brutte si prendeva qualche scapaccione e si ripeteva l’anno, ma certo senza assumere psicofarmaci per bambini.
Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità e imparavamo a gestirli.
La domanda che ripropongo è: “Come abbiamo fatto a sopravvivere?”