Alcuni creano il loro lievito madre solo con acqua e farina, altri usano il miele, io l’ho fatto con l’uva passa
Il lievito madre partendo dall’uvetta è stata l’opzione che più mi ha incuriosito e affascinato quando ho deciso di iniziare a fare il pane in casa. Inutile dire che c’è stato bisogno di più di un tentativo. E questo anche per comprenderne al meglio le possibili evoluzioni e le ragioni della riuscita o del fallimento, persino in base alla temperatura e alla stagione.
Lievito madre con uvetta (o uva passa)… a voi la ricetta:
- 250 ml di normale acqua fresca (magari da una bella fontana o dove pensate sia più buona, oppure volete “informarla” mediante una campana tibetana? – ecco qui un video per vedere come è semplice!!)
- una dozzina di chicchi di uva passa
- lasciate in un barattolo di vetro semichiuso per 48 ore
- trascorsi i due giorni filtrate 150 ml di quest’acqua, versatela in un altro vasetto di vetro pulito (suggerirei quelli per il miele da chilo) e – con un cucchiaio di legno – impastate con altrettanta farina integrale, lasciando sempre semichiuso e in dispensa per altre 36/48 ore;
- quando il vasetto sarà ripieno di bolle fino all’orlo vorrà dire che il lievito è nato e… pronto al suo primo impasto per il vostro pane!!!
Lievito madre con uvetta fatto in casa: tre pratici consigli su come conservarlo al meglio
Ecco come conservare il vostro bel lievito madre con uvetta:
- una volta utilizzata la giusta quantità di lievito per l’impasto, quella restante va messa a riposo, dopo averla rinfrescata aggiungendo 20/30 g di farina integrale e altrettanto di acqua. Rimescolate il tutto e rimettete in frigo; se viene utilizzata con regolarità, diciamo almeno una volta a settimana, non ha bisogno di altro intervento;
- nel caso per una settimana non riusciate a fare il pane, anche per ridurne un po’ l’acidità, ricordate sempre di rinfrescare aggiungendo sempre almeno 30 g di farina e 30 ml di acqua;
- se invece andate in vacanza per lungo tempo, l’ideale è far essiccare un po’ di lievito (magari al sole, dopo aver impastato con poca acqua e molta farina integrale) e una volta ridotto a una galletta completamente asciutta, conservare in frigo in un contenitore ben chiuso. Al ritorno basterà rinfrescare con un po’ di acqua addolcita con miele e poi impastare nuovamente e tutto dovrebbe tornare a vivere…
Come preparare il lievito madre con uvetta per gli impasti successivi
Per poter utilizzare al meglio il lievito madre con uvetta per farci il pane, consiglio di procedere così: prendere – la sera prima di andare a letto – 75/80 g di lievito dal vasetto conservato in frigo e metterlo in un contenitore di plastica (tipo Tupperware). Impastatelo con il doppio di farina (io preferisco sempre quella integrale!) e altrettanta acqua fredda (o comunque una quantità che permetta di avere un impasto non troppo liquido, né troppo secco), e lasciare a lievitare per tutta la notte, con il coperchio ben chiuso (sempre al buio di una dispensa).
Un consiglio se volete ridurre l’acidità…
Nel caso il lievito che avete preso dal frigo vi sembrasse di odore troppo forte o acido, potete anche procedere così: PRIMA di aggiungere la farina, aggiungeteci solo l’acqua (sempre nella proporzione 150 ml per 75 g di lievito) e mescolate per qualche minuto. Solo dopo aggiungete i 150 g (o giù di lì) di farina integrale fino a ottenere un impasto perfettamente elastico, da lasciare a lievitare in dispensa per tutta la notte.
La mattina, comunque vada, avrete un lievito che vi aspetta con le sue bolle (più o meno grandi) pronte a unirsi all’impasto. E anche il mio racconto dell’impasto continua qui.
Si può congelare?grazie
Salve, se la domanda è inerente al modo migliore per conservare il lievito madre quando non lo si usa a lungo, nel mio caso questo avviene se mi assento d’estate e non posso fare il pane per più settimane: allora prendo il lievito, lo impasto SENZA ACQUA a un po’ di farina per renderlo più secco e, creando una specie di gallette, le metto ad essiccare al sole. In questo modo (ovvero riducendo il più possibile a zero l’acqua che è l’elemento del lievito che più lo mette a rischio di acidificarsi col passare del tempo senza essere usato) posso riporre (in vaschette di plastica) quelle gallette secche di lievito in frigo e, al mio ritorno, “riattivarle” mettendole in acqua tiepida in cui magari ho sciolto un po’ di miele.
Rispetto invece al congelare, questa pratica è invece possibile con un impasto (già ben lievitato) tipo quelli della pizza. Ormai mia moglie sta tranquillamente usando questo metodo.
Complimenti per il dettaglio delle informazioni fornite: ci ho provato. ed è venuto fuori qualcosa di veramente interessante sia dal punto di vista estetico, che qualitativo.
Grazie Orazio e sono contento anche dell’eventuale risultato :))