…PANE AL PANE BLOG AL BLOG…
Questa ve la devo proprio raccontare. Altrimenti che razza di pane al pane blog sarebbe :))
Era l’autunno del 2007, sono ormai papà da 4/5 mesi, con delle colleghe stiamo andando in macchina da un cliente. A un certo punto, una di loro dice: “Scusate ma devo proprio mangiare qualcosa. Non è che vi va un po’ di pane?”
Ed eccomi, nel bel mezzo del viaggio, a gustare un buonissimo pane fatto in casa (“Ma lo fai proprio tu???” – “Certo, non è difficile!!”) e ho come un’illuminazione istantanea: “Anch’io d’ora in poi mi farò il pane in casa!!!”
Certo… tra il dire e il fare c’è di mezzo… il pane blog.
Beh, sono tornato a casa, ho cominciato a ragionarci su… Già in macchina avevo raccolto un bel po’ di informazioni. Ma, come capita nella vita, oltre che alla coscienza di Zeno, decidersi non è così facile e la cosa rischia di essere stata solo un bel pensiero… Invece, neanche due settimane dopo, eccomi davanti al mio primo esperimento di lievito madre: una dozzina di chicchi di uva passa lasciati per un paio di giorni in 250 ml di acqua. Quindi altri due giorni a lasciar fermentare 150 ml della stessa acqua “zuccherosa”, filtrata dall’uva passa, impastata con 150 g di farina integrale.
PANE BLOG… E FANTASIA
48 ore circa… in attesa che una massa compatta cominci a crescere producendo le mitiche BOLLE!! Da quell’emozionante inizio… molti altri ce ne sono stati (non sempre si riesce a creare da subito un buon lievito… o comunque non è tanto facile capire come mantenerlo “stabile”).
E molte tipologie di pane sono uscite dal mio forno, da quello molto stopposo e poco lievitato iniziale, a una meravigliosa “brioche”, gustosa anche 5/6 giorni dopo!!
Sono passati ormai più di 7 anni e, un po’ come si è evoluta la mia conoscenza dei tempi di reazione e conservazione del lievito madre, posso tranquillamente dire che altrettanto è migliorata la mia conoscenza del genere umano :))
Inutile negare che nel pane (come in questo pane blog!!!) c’è molta dell’essenza stessa dell’uomo: in un libro di antica medicina cinese ho letto che il livello di amore che si mette nel “fare il pane” si trasferisce alle persone stesse che lo mangiano. Forse non è un caso che iniziai questa avventura proprio mentre mio figlio iniziava a masticare!! (Magari il suo carattere mite che tutti ammirano sarà merito anche della genuinità del pane di papà?? Di certo lo avrò preservato da molti dei lieviti “industriali” da cui siamo sempre più bombardati…).
Ormai, anche se devo fermare la produzione in estate se non sono a casa durante le vacanze, riesco a conservare il lievito con una certa sicurezza: ne prendo 70/80 g, lo appiattisco quasi a farne una galletta e lo lascio seccare aggiungendo molta più farina che acqua e magari lasciandolo disidratare al sole. Quando torno (ah, nell’attesa meglio conservarlo in frigo!!!) basta rimetterlo in altrettanta acqua calda addolcita con un po’ di miele e il ciclo ricomincia.
Se la storia vi piace, potete leggere per filo e per segno come faccio il pane.
Nell’attesa non vi lascio certo a secco, anzi. Ok?
grande raff !!!
grazie della bella condivisione!
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Ehilà Saverio, benvenuto sul mio sito che pian piano si arricchirà di argomenti interessanti, oltre alle “varie” mie proposte professionali. Un saluto :))